Gli ultimi mesi di libertà vigilata di Hashi Omar Hassan, sono stati trascorsi dall’uomo, in una struttura gestita da Don Luca Favarin.
Don Luca Favarin gestisce la sua struttura in quel del Veneto, in provincia di Padova. Proprio lì, Hassan aveva trascorso il suo ultimo periodo di vita.
Era ritornato in Somalia solo di recente. Ucciso da un’autobomba a Mogadiscio. Ospite di Don Luca, aveva atteso il processo finale di Perugia, che lo aveva definitivamente scagionato da ogni accusa in merito alla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Nell’ambito di un’intervista rilasciata per Fanpage.it, Don Luca ha raccontato qualcosa dell’ultimo periodo di Hassan.
Don Luca, Hashi Omar Hassan si aspettava di morire?
In questi lunghi anni di questa tristissima vicenda, lui aveva sempre detto che il carcere in Italia gli aveva salvato la vita, perché se fosse rimasto in Somalia sarebbe morto. Era consapevole di cos’è oggi la Somalia e della violenza dei terroristi di Shababa, e anche dei tanti nemici che avrebbe potuto avere nel suo paese. Chiunque a Padova abbia avuto a che fare con il mondo del carcere lo ricorda come un uomo buono, gentilissimo. Forse anche un po’ ingenuo.”
Era riuscito a rifarsi una vita?
Con la chiusura della vicenda del processo Alpi, aveva ricevuto un risarcimento molto sostanzioso e con quello si era rifatto una vita in Olanda. Si era sposato e aveva avuto due bambine, due gemelle. Era felicissimo quando ci sentivamo al telefono, aveva finalmente ripreso a vivere. Ma in questi anni lui continuava a essere molto diffidente rispetto al governo del suo paese. Aveva fatto delle dichiarazioni molto pesanti sui precedenti governi somali. Poi tutto è cambiato recentemente, l’attuale presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud, è imparentato con la sua famiglia, e questo forse lo aveva fatto sentire più sicuro, aveva abbassato la guardia evidentemente.